lunedì 5 ottobre 2015

Singletudine

[Per questo post mi sono lasciata ispirare dal mio caro amico di Collelandia]

C’è chi la brama, chi la scansa come uno zingaro puzzolente, chi ne ha paura al pari di una malattia venerea e  c’è chi la sogna manco fosse una vincita al superenalotto. Di cosa sto parlando? Della singletudine, zitellaggine per le femminuccie, o signorine ancora piacenti per dirla con parole di mio nonno.
Non fatevi ingannare di chi dice “sono single per mia scelta”, sicuramente la scelta è degli altri. In questo anno di “solitudine” ho imparato varie cose che adesso vado ad illustrarvi con una punta di sarcasmo.
  • Niente più messaggini di buongiorno/buonanotte, buon pranzo, buona colazione, buon pranzo di natale, e buona cacca.
  • Puoi abbandonare il cellulare a sé stesso per eoni e non troverai chiamate e messaggi allarmati del tuo ragazzo/a che ha allertato nell’ordine: polizia, carabinieri, chi l’ha visto, la forestale e le Iene. Forse solo un paio di chiamate di tua madre, giusto per ricordarti a che ora si cena e di fare gli auguri per l’onomastico del parente di turno.
  • Non esiste il san Valentino  (questa è in cima alle cose che non vorrei cambiasse mai!)
  • Niente paranoie di parentado vario. “Domenica dobbiamo andare a salutare le zie che sono venute direttamente dagli inferi; non possiamo mancare alla festa di addio alla vita del cugino Edgardo; è inutile che metti il broncio, da nonna a mangiare le 27 portate di antipasto ci andiamo e non si discute! (questo vale per ambedue le parti)
  • Gli amici si rivelano un ottimo metro di giudizio, sia per i consigli spassionati che ti danno, sia per i confronti che fai con il resto del genere umano.
  • Dopo mesi di inattività sessuale forzata, anche uno scorfano ti fa partire l’ormone. Poi ti ricordi che sei donna, recuperi un po’ di dignità e ti consoli con l’autoerotismo. Questa cosa non vale per gli uomini.
  • Esiste un periodo che varia da persona a persona in cui essere libertini non è visto con disprezzo.
  • Mamme, nonne, amiche e amici di famiglia iniziano a proporti tutti i loro conoscenti  ma anche sconosciuti visti su facebook, con il solo scopo di farti partire un embolo.
  • Quando sei fidanzato tutti i tuoi amici sono single. Quando sei single all’improvviso tutti si fidanzano.
  • Se prima andavi in discoteca per “divertirti”, ora ci vai solo per sperare in un’acciaffata con qualche sconosciuto dal torbido passato. (NdT: Acciaffare= limonare, pomiciare)
  • Nei periodi di magra ogni nuovo approccio ti fa sperare più del dovuto, poi quando ti rompi le palle e si sa “le cose arrivano quando meno te lo aspetti”, comunque non arriva niente.
  • Le amiche single sono il male!
  • Ma anche quelle fidanzate (soprattutto se continuano a parlarti di quanto sia bella la loro relazione e quanto sia bono il loro fidanzato, anche se è un cesso a pedali!)
  • Tu per amicizia sopporti tutti i racconti di appassionati incontri intimi nel parcheggio dietro casa o nel letto dei genitori di qualcuno, mentre in testa invochi l’arrivo di un meteorite che ti faccia estinguere come i dinosauri.
  • Se invece odi le tue amiche speri solo che si lascino al più presto e in mente ripeti macumbe voodoo apprese dagli zingari che ora non eviti più (non si sa mai).
  • A volte ti vergogni di uscire in gruppo con persone single del tuo stesso sesso perché è palese che “si va a caccia” (a volte mi immagino di uscire vestita come un esploratore inglese dell’800 con la baionetta, un retino e l’immancabile servitore al mio seguito.)
  • Non esiste che si vada in giro struccati o vestiti male. Da single bisogna essere perfetti. Sempre.
  • Il motivo? Non si sa mai CHI potresti incontrare.
  • Alla fine non incontri mai un cazzo di nessuno (in tutti i sensi) ti deprimi e rimani chiuso in casa a recuperare tutte le serie tv che hai lasciato in sospeso per uscire a “conoscere gente” che ovviamente non hai conosciuto.

La “singletudine”, per ognuno ha un significato diverso e tutti la vivono a modo loro, per quanto mi riguarda non è così male, mi faccio i cazzi miei e non devo dare conto a nessuno (tranne ai miei genitori…forse è loro che dovrei lasciare…), penso a coltivare il mio giardino interiore (qui niente doppi sensi) e vivo la vita come mi va di viverla. Non ho mai pensato che stare da soli fosse un male, e continuo a pensarlo; a volte è necessario per ritrovare sé stessi ed un equilibrio interiore, ma se poi ti va di scopicchiare in giro senza remore va bene uguale, non sono mica Gesù!

Alla prossima,

La Papessa L.

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